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Scheda di approfondimento: Interno di cucina

Pieter Van Den Bosch (Bos) (attribuito a)

(Amsterdam 1613 - Londra post 1663)

 

Interno di cucina

(1640-1650 c.)
Olio su tavola 28 x 23 inv. 6.
Sul retro bollo in cerala rossa con «R» entro rombo; a pennello «47 0.
Restauri: 1995, Nicola, Aramengo (AT).
L'opera è riconoscibile nell'elenco allegato all'inventario di eredità, collocata nello studiolo.

 

Il dipinto è accostabile alla produzione dell'olandese Pieter van der Bosch, del quale solo recentemente la critica e riuscita ad incrementare il ristretto corpus, recuperando opere già erroneamente attribuite ad altri maestri olandesi. Pittore di scene di genere e di nature morte, con influenze di Gerard Dou, Pieter van Slimgeland e Nicolaes Maes, visse ad Amsterdam, dove nel 1645 risulta dipingere, con un contratto da stipendiato, per il collezionista Marten Kretzer (E.W. Moes, 1910, IV, pp. 383-384; E. Benezit, 1976, II, p. 188). La tavola rientra nella serie più numerosa dei tipici interni di cucina, caratterizzati dalla presenza in primo piano di stoviglie in terracotta e metallo e oggetti vari, che la minuzia descrittiva fa risaltare come vere e proprie nature morte. Questo genere pittorico ebbe una certa fortuna nel quarto decennio del XVII secolo, soprattutto in città come Rotterdam, Middelburg e Dordrecht, grazie a pittori quali Pieter de Bloot, Hendrik Martensz, Francois Ryckhals, Willem Kalf e vari altri. Tra le opere di Van der Bosch confrontabili con il più modesto dipinto della collezione Malle si citano l'Interno di cucina con ragazza che pulisce una pentola di Berlino, Gemaldegalerie, la Donna che lava una padella di Londra, National Gallery e la Giovane cuoca conservata a Basilea, Offentliche Kunstsammlung (E. Plietzsch, 1960, pp. 78-79, fig. 128; W. Bernt, 1979, I, p. 31, fig. 168; P.t.-Doesschate Chu, 1987, p. 96, scheda n. 22). Alcune affinità si riscontrano inoltre con le pitture di Pieter Verelst. La cornice in legno dipinto a finto marmo e moderna. Non è nota la provenienza del dipinto di Dronero, forse entrato nella collezione all'inizio degli anni settanta, quando vennero acquistati gli altri quadri di maestri olandesi del XVII secolo (vedi nn. 1-5-7); ed è questa una testimonianza della predilezione del Mallé per la pittura olandese, alla quale aveva dedicato nel 1964 la monografia per la collana Galleria della pittura diretta da Marco Valsecchi (L. Mallé, 1964). S.G.

 

Silvia Ghisotti, in E. Ragusa (a cura di), Museo Mallé Dronero, L’Artistica Savigliano, 1995.

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