Scheda approfondimento
Saroni si forma nell’ambiente culturale torinese dei primi anni cinquanta, con la guida del pittore Enrico Paulucci all’Accademia Albertina (l’istituzione di cui Saroni sarà direttore dal 1978 al 1991). La Torino di allora annovera personalità artistiche importanti e aggiornamenti puntuali sulle vicende artistiche statunitensi di Willem de Kooning e di Arshile Gorky e dell’inglese Francis Bacon a cui egli guarda con interesse. La prima stagione saroniana è scandita dall’invito alla XXVII° Biennale di Venezia del 1954 ed è contrassegnata da un severo controllo del gesto pittorico che si esprime in larghe pennellate e con colori densi, dalle tinte squillanti e che lo avvicina gradualmente al linguaggio informale per la trattazione fluente e nervosa delle superfici. Il riferimento al dato naturale cede progressivamente il campo allo studio della figura, a partire dal 1956, anno in cui Saroni è nuovamente invitato alla XXVIII° Biennale veneziana e che ritornerà nell’edizione seguente del ’58. In questa nuova cornice stilistica e tematica si colloca Frutteto a Cumiana in cui emerge con maggior precisione una ricerca sulla natura, sulla sua condizione germinale, preludio ad una indagine pittorica sempre più analitica e precisa degli anni successivi.