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Per approfondire

Antoine Ferdinand Attendu

(Parigi 1845 c. - attivo fino al 1905)

 

Natura morta su un tavolo

Olio su tavola, 12 x 15,5 cm., inv. 27.

Firmato a destra in basso: «F. Attendu».

Sul verso etichette: «Anonimo francese. Natura morta su un tavolo»; «G. Pron Antichita. Via Giolitti 19 Torino».

Restauro: 1995, K. Doneux, Torino.

L'opera è riconoscibile nell'elenco allegato all'inventario d'eredità, collocata nello studiolo.

 

La piccola pittura a fondo scuro, condotta con grande delicatezza in punta di pennello, presenta due nova ed alcuni oggetti da cucina rustica, tra cui un tegame di terracotta, su un tavolo. Il richiamo evidente alla pittura del Seicento olandese, ma con tocco morbido alla Chardin, ci rimanda alla grande fortuna che la natura morta, costruita con suppellettili quotidiane sull'antico modello dei Paesi Bassi, ebbe in Francia nell'Ottocento. Rimessa in valore dal critico Gabriel Laviron fin dal 1833, essa ebbe una tale proliferazione che in seguito fu osteggiata e nel 1862 fin bandita dal Salon. Aldilà di queste vicissitudini sul piano critico e accademico, il genere riscosse il massimo favore del pubblico, specie attraverso l'opera di pittori di grande successo come Francois Bonvin, Theodule Ribot, Philippe Rousseau, Antoine Vollon. Attendu, che si firma qui chiaramente, fu un piccolo maestro di questa produzione, presente al Salon dal 1870 al 1905. I repertori ufficiali della pittura francese lo citano appena, ma sappiamo che fu in relazione con Louis Mettling noto come «imitatore di Velasquez», che ebbe studio a Parigi in Rue de la Glaciere 18 bis e che nel 1874 espose presso Nadar nella prima mostra cui gli impressionisti si presentarono uniti (il che non dimostra certo alcuna sua tangenza con il gruppo, bensì l'eterogeneità della mostra). I titoli delle opere esposte da lui ai Salon parigini (Ostriche, limone e bicchiere, Piatto di ostriche) confermano l'orientamento olandesizzante che è caratteristico del piccolo dipinto scelto da Malle.    

 

Rosanna Maggio Serra, in E. Ragusa (a cura di), Museo Mallé Dronero, L’Artistica Savigliano, 1995, pp.126-127.

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