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Per approfondire

Lunga storia di una realizzazione

Elda Gottero

 Sedici anni sono trascorsi dalla morte di Luigi Mallé, un tempo eccessivo per chi non è avvezzo alle lungaggini burocratiche di cui deve tener conto l'ente pubblico.

Ritengo perciò doveroso far conoscere i fatti che hanno ostacolato l'intenzione degli amministratori, che hanno operato dal 1980 ad oggi, ritardando l'attuazione del lascito.

Con testamento olografo del 15 aprile 1976, depositato presso il notaio Piero Urani di Torino, Luigi Mallé lascia al Comune di Dronero « la casa in via IV Novembre 54 e tutto quanto in essa contenuto al momento del mio decesso... facendo carico allo stesso comune dei seguenti oneri: 1°) Istituzione di un Museo, a mio nome ed in detto stabile, di quadri, stampe, mobili, porcellane, ed in genere di tutti gli oggetti di pregio artistico che vi si trovano...».

Alla sua morte, avvenuta prematuramente 1'8 gennaio 1979, seguono le comunicazioni ufficiali del notaio e del prefetto e si avviano le procedure necessarie per l'accettazione del legato. Il Consiglio comunale, presieduto dal sindaco Enrico Conte, nella seduta del 9 aprile 1979, delega la Giunta a provvedere ad ogni incombenza relativa al lascito Mallé. Il 22 febbraio 1980 la Giunta, dopo aver incaricato come legale l'avv. Guglielmo Giorsetti, che presta gratuitamente la sua opera per i vincoli di amicizia che lo legavano al defunto dott. Malle, affida ai sigg. Fulcheri arch. Guido e Camilla don. Piero la consulenza per la valutazione dei quadri, dei libri e degli oggetti presenti nell'immobile. Il 1° e il 2 marzo il notaio Aldo Congedo procede alle operazioni di inventario e il prefetto Maldari, 1'1/10/1980, autorizza il Comune ad accettare l'eredità. Viene intanto informata la Soprintendenza per i beni artistici e storici del Piemonte, essendo il Museo Malle soggetto alla legge di tutela 1-6-1939 n. 1089. La dott. Giovanna Galante Garrone, funzionario di zona, unitamente alle dott. Liliana Mercando e Fedora Filippi, rispettivamente soprintendente e funzionario della Soprintendenza archeologica, effettuano un primo sopraluogo il 30 maggio 1981, in cui constatano «il grande interesse storico-artistico delle opere raccolte dal prof. Mallé ».

Il Consiglio comunale 15-6-1981 affida ad una terna di architetti composta dai sigg. Franco Barbano di Busca, Alfio Rinaudo di Dronero e Giovanni Lorenzo Arnaudo di Cuneo « l'incarico per la stesura per un progetto definitivo per la sistemazione e l'adattamento del fabbricato per essere adibito a Museo e Biblioteca Civica», che viene approvato nella seduta consiliare del 29-11-1982.

Intanto vengono inventariati e imballati tutti i quadri, gli arredi, gli oggetti che sono collocati all'ultimo piano del palazzo comunale (nei locali che attualmente ospitano l'Ufficio Tecnico). Questo paziente e prezioso lavoro di conservazione è attuato con prestazione volontaria e gratuita da parte della sig.ra Luigina Gallo ved. Conte, coadiuvata dalle sigg. Rosita Peirone Acconci, Graziella Foglia, Ilaria Martini Mauro, Lia Selva Neri, Maria Grazia e Donatella Acconci.

Il 21-10-1982, l'amministrazione della Cassa di Risparmio di Cuneo delibera lo stanziamento di L. 370 milioni per finanziare la ristrutturazione della casa Mallé, somma che verrà integrata successivamente con L. 130 milioni per consentire il completamento dell'opera.

Il 7 luglio 1983 viene indetta la gara d'appalto per la ristrutturazione del fabbricato. Inizia cosi la lunga storia di un lavoro che avrebbe dovuto concludersi nei 18 mesi previsti dal capitolato e che si protrae invece per oltre 6 anni.

Contro la ditta aggiudicataria viene infatti presentato ricorso prima al Co.Re.Co. e poi al TAR da parte della prima ditta esclusa, che si appella alla dichiarazione incompleta di un documento. Tra ricorsi e controricorsi passano gli anni, con grave ritardo nell'avvio dei lavori, che vengono assegnati soltanto 1'8-7-1985.

Esauriti i fondi a disposizione, viene effettuato nel luglio 1988, con il sindaco Pier Giuseppe Reineri, un nuovo appalto per il completamento del fabbricato. I lavori sono ultimati nel 1989 e il 5 febbraio 1990 viene aperta la Biblioteca civica al piano terra dell'edificio. Casa Mallé comincia ad animarsi.

All'amministrazione Reineri subentra intanto come sindaco Gianfranco Donadio. Egli si rammarica dei ritardi nell'adempimento del legato Mallé e, col dinamismo e l'entusiasmo che lo contraddistinguevano, cerca quindi di riprendere i contatti con la Soprintendenza per un progetto di allestimento dell'esposizione. Si comincia col riportare in sede quadri, mobili, libri e oggetti.

Si mette cosi in moto la parte più complessa e interessante dell'operazione con un sopraluogo delle dott. Enrica Spantigati ed Elena Ragusa, cui seguono vari incontri in Soprintendenza a Torino e presso Casa Mallé.

L'Amministrazione ha la fortuna di trovare due persone altamente qualificate e sensibili che danno la loro disponibilità per il coordinamento scientifico del Museo e che si prodigano in modo ammirevole: la dott. Elena Ragusa e la prof. Milli Chegai. Preziosa è inoltre la collaborazione prestata dagli obiettori in servizio per le attività culturali presso la Biblioteca civica. 

Il sindaco Donadio muore il 1° gennaio 1994: l'Amministrazione all'atto della elezione del suo successore, Valter Perano, rinnova con maggior volontà l'impegno di allestire, prima del termine del mandato, almeno l'esposizione delle opere più significative.

Da quel momento si fanno più intensi gli scambi e gli incontri con la Soprintendenza; si studia il piano di allestimento, si verificano le opere da esporre e da restaurare; si scheda puntigliosamente ogni oggetto; si cercano fondi per la copertura delle spese.

Mentre i lavori per la sistemazione delle opere stanno avviandosi alla fase conclusiva e testi e fotografie della pubblicazione sono all’esame dei grafici per la stampa, le elezioni amministrative del 23 aprile 1995 designano sindaco Franco Reineri. L’apertura del Museo al pubblico costituisce motivo di viva soddisfazione per tutte le persone che con il loro lavoro paziente e con costante tenacia hanno continuato a credere nell’importanza di questa realizzazione per la città di Dronero. L’attuale allestimento dovrebbe rappresentare per quelli che seguiranno, uno stimolo a completare l’analisi, lo studio e il restauro di tutte le opere della donazione, anche di quelle che motivi di tempo, di scelte e di spazio non hanno consentito di presentare al pubblico. Fra queste, una parte consistente non compresa nell’attuale sistemazione è, ad esempio, la Biblioteca Mallé, che, pur incompleta, essendo il nucleo principale rimasto nella casa di Torino, potrebbe interessare studiosi e ricercatori sia per gli studi artistici di Mallé stesso sia per pubblicazioni anche antiche di generi diversi. Lo stesso discorso può valere per la raccolta di dischi, di stampe, di opere e oggetti vari che, debitamente analizzati, potranno fornire materiale per altre mostre tematiche: il Museo potrà così in futuro mantenersi ‘vivo’ e diventare per la città di Dronero un punto di riferimento per iniziative ed attività culturali. È sempre stata questa l’ambizione e la speranza di quanti in tutti questi anni hanno creduto nel Museo Mallé e, in particolare, di Gianfranco Donadio, il Sindaco che non ha potuto vederne il completamento e a cui vorrei fosse dedicato tutto il nostro lavoro.

  1. Gottero, in E. Ragusa (a cura di), Museo Mallé Dronero, L’Artistica Savigliano, 1995, pp.29-31.
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