Scheda approfondimento: Alberi e sentiero nella valletta
Alberi e sentiero nella valletta (1863-65 c.)
Disegno a matita su carta applicata su cartoncino, 19 x 23,5 cm., inv. 40.
In basso a sinistra: «Schizzo autentico di A. Fontanesi (M. Calderini)». Sul verso etichetta: « Galleria d'Arte Fogliato / n. 48 / Antonio Fontanesi / Paesaggio / Dott. Mane ».
L'opera è riconoscibile nell'elenco allegato all'inventario d'eredità, collocata nello studiolo.
Autenticato da Marco Calderini, che di Fontanesi fu allievo, attentissimo biografo e conoscitore, proveniente dalla Galleria Fogliato, questo paesaggio con alcune figurine in fondo alla strada e ai bordi di essa, è un opera della piena maturità del grande paesista. La campagna con ampie ondulazioni e quella dell'Isere, nei pressi di Cremieu e Morestel, dove dal 1858 Fontanesi si recava spesso in estate a disegnare e dipingere « d'apres nature », insieme ad amici e compagni di ricerche, primo tra tutti Auguste Ravier. Fontanesi, che aveva iniziato a disegnare secondo i modi del descrittivismo diligente del primo Ottocento, se ne era poi affrancato durante gli anni cinquanta irrobustendo il suo segno ed acquistando sicurezza e sintesi. I numerosissimi disegni e studi pittorici che di lui ci sono rimasti dimostrano quanto egli, all'unisono con i realisti, rifuggisse dalla rappresentazione magniloquente e spettacolare della natura e cercasse di trarre spunto dal vero, mutando in "motivo" scorci di paese senza caratteri particolari. Non per questo i suoi paesaggi sono semplici riproduzioni della realtà, anzi sono sempre un'interpretazione commossa della remota ma pacificante solitudine della campagna e del vasto moto del cielo al disopra dell'uomo. Nella grande difficoltà di assegnare date certe ai lavori di Fontanesi, che ritornò in tempi diversi sugli stessi spunti e raramente datava disegni e dipinti, ci guida qui, oltre l'identificazione dei luoghi, il linguaggio grafico ormai libero sebbene disciplinato, ma pacato nei rapporti luce-ombra, privo dei contralti drammatici che saranno tipici delle opere eseguite dopo la metà degli anni settanta. Il disegno può essere avvicinato ad oli come Pascolo (Creys) P/906 del 1863 e Pascolo a Creys P/764 del 1863 circa e ad altri simili della Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino e può quindi a buona ragione mantenere la datazione ipotizzata da Mane, al primo quinquennio degli anni sessanta o poco oltre. R.M.S.
Rosanna Maggio Serra, in E. Ragusa (a cura di), Museo Mallé Dronero, L’Artistica Savigliano, 1995.